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Il gruppo Azimut|Benetti si conferma primo produttore al mondo di yacht

Forbes.it

La redazione di Forbes.

Il gruppo Azimut|Benetti si conferma primo produttore al mondo di yacht sopra i 24 metri rimanendo al vertice della classifica di riferimento per il settore: il Global Order Book . Curata dalla rivista Boat International , annualmente raccoglie e analizza i dati di 177 cantieri attivi in cinque continenti.

I fattori premianti

L’edizione 2024 premia il gruppo sia per numero di unità in costruzione sia per lunghezza complessiva dei progetti: 167 barche , equivalenti a un totale di  6014 metri  corrispondente al  14% del mercato mondiale .

Numeri che trovano conferma anche nei  risultati record registrati dal gruppo nell’esercizio chiuso il 31 agosto 2023 con una crescita del valore della produzione superiore al 23% rispetto all’anno precedente e il margine operativo lordo (ebitda) in aumento del 50%.

L’impegno ambientale

Ai risultati economici si affianca anche il primato di un gruppo che da decenni dedica il proprio ufficio R&D alla ricerca delle migliori soluzioni per ridurre l’impatto ambientale.

Un impegno che permette di annunciare i migliori risultati della nautica nell’abbattimento delle emissioni di CO2 , nonché il primo accordo nel settore per l’uso di  biocarburante HVO .

Forte di questi risultati, il gruppo è anche promotore dell’elaborazione di un indice pubblico per misurare l’efficienza degli yacht .

Un modello di leadership resiliente

La straordinaria longevità del primato risiede nello  status  di  azienda privata familiare del gruppo Azimut|Benetti, guidato dalla famiglia Vitelli insieme a due soci di minoranza di qualità, PIF e TIP, che detengono una funzione di stimolo e controllo.

Con il recente cambio generazionale, che oggi vede al vertice la presidente Giovanna Vitelli , il gruppo ha intrapreso un percorso di evoluzione fondato su tre pilastri: evoluzione del prodotto in chiave di design e sostenibilità, sviluppo dei servizi attraverso i brand Lusben e Yachtique e cura del talento.

Il prodotto 

Azimut  esplora i nuovi terreni dell’architettura, connotandosi come il  design hub  che più arricchisce il mondo dello yachting della creatività di una molteplicità di  firme provenienti da altri settori . La più recente collaborazione con  Matteo Thun , ad esempio, porta per la prima volta a bordo il concetto di  conscious   design  rispettoso della relazione che si instaura tra persone, ambiente e prodotto.

Il brand, inoltre, è pioniere nello sviluppo di soluzioni volte a ridurre le emissioni integrando  carene ad alta efficienza , uso estensivo del carbonio e propulsioni innovative. Oggi, oltre la metà della flotta di Azimut è costituita da low emission yachts che garantiscono una riduzione delle emissioni fino al 30%.  Nella primavera 2024 il Cantiere presenterà la prima Serie ibrida e la più efficiente mai realizzata: Seadeck .

Le contaminazioni di design e arte

È stata introdotta da Benetti la più influente innovazione stilistica contemporanea:  l’Oasis Deck , una vera rivoluzione della beach area che per la prima volta trasforma la terrazza di poppa in un’oasi sul mare per un’esperienza a stretto contatto con la natura.

Oggi Benetti propone la quasi totalità della gamma anche in versione ibrida  e il B.Yond è stato premiato come modello più green della categoria per la riduzione delle emissioni di CO2 fino al 24% e di NOx fino all’85%.

Il prossimo obiettivo è  l’ulteriore ottimizzazione dei consumi e delle emissioni generati dagli impianti di bordo : Benetti ha già conseguito risultati concreti tramite l’implementazione del sistema “ Zero Emission Hotel Mode ” alimentato da fuel cell e di avanzati sistemi di  power management , incluse soluzioni che permettono di  ridurre i consumi dell’aria condizionata fino al 50% .

Le iniziative per una comunicazione trasparente

Nell’estate 2023 Azimut ha condotto insieme a Lloyd’s Register , uno dei principali enti di classificazione del settore marittimo, un piano di certificazione di consumi ed emissioni che ha portato alla definizione di un  Carbon Emission Index .

Sempre nel 2023, il gruppo ha siglato il primo accordo del settore con Eni Live per la sostituzione di tutto il carburante di origine fossile utilizzato dal gruppo per prove mare, test e trasferimento prototipi con biodiesel HVO , biocarburante da materie prime rinnovabili che permette di abbattere le emissioni di CO2 fino al 90% rispetto al mix fossile di riferimento.

Infine, i siti produttivi impiegheranno fonti rinnovabili per coprire circa il 50% del fabbisogno energetico entro il 2026.

Il piano strategico del gruppo Azimut|Benetti prevede l’ulteriore sviluppo dell’hub di servizi , con l’obiettivo di affiancare gli armatori nei diversi momenti della loro esperienza di yachting.

Il gruppo conferma il ruolo strategico di Lusben e dell’attività di refit  stanziando un investimento di  15 milioni di euro  per l’ampliamento del cantiere Lusben di Livorno – una delle tre sedi del brand oltre a Varazze e Viareggio – al fine di poter ospitare yacht oltre i 100 metri di lunghezza e diventare così uno dei tre  principali player del Mediterraneo  nel segmento dei superyacht.

Secondo la stessa logica strategica, anche l’attività  Yachtique – lo styling lounge interno al gruppo, creato oltre vent’anni fa per consigliare e accompagnare gli armatori nelle scelte di arredo, fino all’acquisito di pezzi d’arte e antiquariato – espanderà le proprie sedi in Toscana  nel prossimo triennio.

Infine, la divisione servizi del gruppo si è recentemente arricchita della prima proposta di “airbnb” della nautica , che consente ai clienti Azimut di  proporre in charter il proprio yacht ovunque nel mondo grazie a una piattaforma digitale sviluppata da Azimut, contando sull’attività territoriale dei dealer per la gestione delle imbarcazioni e le attività di check-in e check-out.

Una scuola di talenti

Il ruolo di leadership che il Gruppo Azimut|Benetti ricopre nel settore è strettamente connesso all’impegno dedicato a supportare i  2.400 dipendenti diretti nel loro percorso di crescita professionale e nel formare le figure più richieste dal settore nautico, favorendo l’occupazione nell’ambito dell’industria.

Nasce quindi Azimut|Benetti Group Corporate Academy , la prima nella nautica ad affrontare il tema della formazione con un approccio trasversale e integrato, comprendendo nel suo modello  Academy Cantieri ,  Academy Manageriale , e progetti di  Edu & Career Guidance in collaborazione con università, scuole superiori e istituti tecnici.

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Azimut Benetti, fatturato a 850 milioni e ordini per 1,2 miliardi

di Antonio Macaluso 09 set 2021

Azimut Benetti, fatturato a 850 milioni e ordini per 1,2 miliardi

Con un valore della produzione pari ad 850 milioni di euro, in crescita di 100 milioni rispetto all’anno precedente, il Gruppo Azimut|Benetti chiude la stagione nautica 2020/21 in velocità. Il gruppo, nonostante qualche fisiologico rallentamento produttivo dovuto alle turnazioni legate alle policy anti Covid e al più recente fenomeno delle difficolta di approvvigionamento in ambito supply chain, ha colto il momento di vivacità commerciale che ha caratterizzato gli ultimi 6 mesi consegnando un totale di 245 imbarcazioni tra i due marchi Azimut Yachts e Benetti.

I modelli «premium»

Spiccano, tra gli altri, la nuova ammiraglia di Azimut Yachts, il Trideck, di cui prima ancora del debutto ufficiale a Cannes 2021 sono stati già venduti 10 esemplari , e l’Oasis 40M Benetti, che ad oggi conta 14 matricole vendute nella stagione 2020/21. Di rilevo anche il successo del Verve 47, l’outboard collocato nella fascia high premium del segmento, di cui sono state vendute complessivamente 55 unità (30 nell’anno appena concluso). Nel presentare i dati, i vertici di Azimut Benetti hanno sottolineato che ben più della metà del valore della produzione, circa 570 milioni di euro degli 850 complessivi, riguarda imbarcazioni sopra i 24 metri, un segmento dove la leadership del gruppo si è ulteriormente consolidata grazie ai consensi crescenti del mercato internazionale.

Il nuovo motopanfilo Benetti, sospeso tra classico e moderno

di Emily Capozucca

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Boom degli ordini

Ma il dato di maggior soddisfazione riguarda il portafoglio ordini, triplicato rispetto alla stagione precedente, che si attesta a 1 miliardo e 200 milioni di euro, di cui circa 900 riguardano modelli superiori ai 24 metri. Di questi 900 milioni, 508 sono stati acquisiti negli ultimi 90 giorni, al netto delle barche consegnate nello stesso periodo. A livello geografico, mentre si conferma una distribuzione equilibrata delle vendite tra i tre principali continenti, si registra un balzo in avanti dell’area APAC (Asia Pacifica), che sale al 15% delle vendite complessive.

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di Redazione Economia

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Nuovi investimenti e svolta «green»

«Chiudo il primo anno da Ceo di Gruppo – ha affermato Marco Valle – con la consapevolezza di aver centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Guardo inoltre alla prossima stagione confortato dall’ottimo portafoglio ordini, che vede praticamente saturata la produzione dell’anno appena cominciato, e sono molto fiducioso che i nuovi progetti su cui stiamo lavorando ci consentiranno di proseguire anche nel medio periodo nel nostro cammino di crescita organica». A Valle fa eco Giovanna Vitelli, Vice Presidente Esecutivo del gruppo: «Oggi la nostra sfida più grande è proseguire nella ricerca in tema di sostenibilità ambientale. Raggiunto definitivamente il traguardo di ridurre i consumi (fino almeno al 40%) e di conseguenza le emissioni grazie all’uso di carbonio, carene e propulsioni ottimizzate, stiamo lavorando a ulteriori soluzioni tecniche per offrire imbarcazioni sempre più rispettose dell’ambiente». E proprio in tema di ricerca e sviluppo, sono confermati investimenti triennali per oltre 100 milioni di euro.

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Produttori di yatch, primo in classifica Azimut-Benetti

L’ industria nautica italiana non è mai stata meglio. Lo dimostra l’andamento del fatturato generale del settore, che oggi vale oltre il 3,2% del Pil e di recente sta vivendo annate positive a livelli mai visti prima. Nel 2022 la nautica in Italia ha fatturato oltre 7,3 miliardi di euro: risultato in aumento del 20% rispetto al 2021. In realtà è dal 2013 che il comparto vive una crescita continua, eccezion fatta per il 2020, quando il fatturato subì una decrescita del 2,6% rispetto al 2019: tutto sommato leggera, considerando che la pandemia ha bloccato ogni attività economica e che il Pil dell’Italia è sceso di quasi il 9%. Ma a contribuire al valore della cantieristica italiana non sono solo i produttori di yacht.

La principale voce che concorre a formare il fatturato complessivo dell’industria nautica italiana è innanzitutto la cantieristica , che vale oltre i due terzi del totale. Poi ci sono la produzione di accessori (circa il 25%), motori (tra il 7 e l’8%) e, infine, il “ refit ” (l’attività di riparazione e restauro delle imbarcazioni). Vediamo in questa classifica quali sono i principali produttori di yatch in Italia .

Azimut-Benetti, leader con 1,2 miliardi di fatturato

Con un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro, Azimut-Benetti è il primo gruppo della nautica italiana per valore di vendite, nonché primo produttore mondiale di megayacht, con un’ampia gamma di modelli sul mercato. Azimut-Benetti, come gruppo, esiste dal 2003, anche se ha alle spalle una storia molto più lunga, che affonda le radici nell’esperienza di Azimut , azienda produttrice di yacht dal 1969 e di Cantieri Benetti , che realizza imbarcazioni dal 1873 . Il gruppo Azimut-Benetti ha oltre 526mila metri quadri di area produttiva distribuita in 138 stabilimenti in 80 paesi del mondo e un team di 2.350 dipendenti . I suoi marchi principali sono Azimut, una gamma di imbarcazioni a motore dai 13 ai 38 metri e Benetti, tra i più grandi costruttori mondiali di megayacht da 37 a oltre 100 metri.

produttori di yatch

Gruppo Ferretti, portafoglio ordini di 1,3 miliardi di euro

Supera il miliardo di euro di fatturato anche il Gruppo Ferretti , altro leader internazionale della progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht a motore e imbarcazioni da diporto. Ferretti Group, che trae origine da un’impresa familiare attiva anche nel settore auto negli anni ‘60, oggi gestisce sette cantieri navali in Italia e ha clienti in oltre 70 paesi , in particolare in Europa, Asia e Stati Uniti. Sono sette i marchi di Ferretti: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CRN, Custom Line e Wally. Il Gruppo è quotato alla borsa di Hong Kong e al 31 dicembre 2022 aveva raggiunto un portafoglio ordini , ossia l’insieme di ordini richiesti dai clienti in attesa di esecuzione, per un valore di 1,3 miliardi di euro.

Produttori di yacht, Sanlorenzo a quota 742 milioni

“Costruiamo poche barche all’anno, perché fare le cose nel modo giusto significa anche farle su misura”. Questa frase compare sul sito internet della Sanlorenzo Yacht , al terzo posto della graduatoria (742 milioni di fatturato). E dice tanto di questa azienda fondata nel 1958. La Sanlorenzo, infatti, ha fatto della qualità la propria bandiera, decidendo da tempo di poter soddisfare le richieste di non più di 50 clienti all’anno. Pochi esemplari costruiti ogni dodici mesi: unica filosofia possibile per assicurare l’eccellenza del prodotto. In oltre 50 anni di attività, Sanlorenzo ha costruito e venduto circa mille yacht , ognuno personalizzato al massimo per essere unico e diverso dagli altri. La sede principale del cantiere si trova ad Ameglia (La Spezia), ma esiste una seconda divisione a Viareggio , casa storica della nautica italiana.

Per The Italian Sea Group una storia lunga 448 anni

The Italian Sea Group può vantare una storia secolare, che si rifà al Cantiere Picchiotti, risalente al 1575 , di cui ha rilanciato il marchio ponendolo ai vertici della classifica dei produttori di yacht. Con 295 milioni di fatturato, The Italian Sea Group è un punto di riferimento della nautica internazionale, specializzato nella progettazione di yacht fino e oltre i 100 metri di lunghezza. Con una presenza tra La Spezia , Marina di Carrara e Viareggio, in 448 anni di storia gli yacht varati riconducibili al gruppo sono stati oltre 1.260 . Italian Sea Group conta 1.700 collaboratori , tra progettazione e produzione e 244 mila metri quadri di area produttiva totale, dislocata in otto sedi.

Superano i 100 milioni di fatturato Cantiere del Pardo e Baglietto

Cinquant’anni di storia da poco compiuti, oltre 5 mila imbarcazioni varate e oltre 20 premi vinti. Cantiere del Pardo , 180 milioni di fatturato, ha un sito produttivo di 40 mila metri quadri . È suddiviso tra falegnameria all’avanguardia, carpenteria all’insegna della tradizione e delle manualità artigiane e area di assemblaggio, dove le imbarcazioni prendono forma e vita per il collaudo finale nel bacino di prova. Supera i 100 milioni di fatturato anche Baglietto , altra realtà storica della nautica italiana, fin dal 1854 . Forte di un portafoglio ordini che arriva al 2026, per un valore totale di 360 milioni di euro.

Nautica italiana, i lavoratori sono 28.660

Come dicevamo, la nautica italiana – è il caso di dirlo – naviga in acque senza dubbio tranquille. Ma non è sempre stato così. Nel 2013 il settore era crollato a un fatturato di appena 2,4 miliardi di euro. Un livello molto basso, arrivato dopo un periodo turbolento iniziato con la crisi economica del 2008 , che aveva destato timori anche dal punto di vista occupazionale.

Oggi invece, nonostante le incertezze politiche ed economiche internazionali, il settore è in piena crescita. Gli addetti sono 28.660 (+8,8% in un anno) e il peso del comparto sul Pil italiano è sempre più evidente. Gran merito va all’ export : l’ 88% della produzione nautica italiana ha come destinazione l’estero. E oltre il 18% delle esportazioni totali del settore è rappresentato dalle imbarcazioni italiane.

I dati si riferiscono al: 2022

Fonte: Confindustria Nautica, bilanci delle aziende citate

Leggi anche: Fincantieri, le navi da crociera raggiungono quota 100

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Gli yacht Azimut Benetti e Sanlorenzo in vetta alla classifica mondiale

I nostri video.

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G7 Industry Stakeholders Conference, Making the Energy and the Environmental Transitions Drivers of Competitiveness

Stellantis, lodi (fiom): "nessuna risposta dall'azienda, contributo imbarazzante", stellantis, uliano (fim cisl): "tavolo su mirafiori non sufficiente".

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Benissimo i marchi italiani nella classifica dei produttori di yacht oltre i 24 metri stilata ogni anno da Boat International

di Raoul de Forcade

10 dicembre 2021

I punti chiave

Vitelli (azimut benetti): riusciamo a pestare i piedi ai nordeuropei anche nel mercato oltre gli 80 metri, si punta al miliardo di fatturato.

3' di lettura

Nonostante l’epidemia di Covid sia ancora in corso, la nautica appare in buona salute. In particolare quella italiana, visto che, nella top chart mondiale 2022 dei costruttori di yacht da 24 metri in su, i primi due posti sono di altrettanti cantieri italiani: Azimut Benetti in testa, seguito da Sanlorenzo. Nella classifica stilata ogni anno da Boat International, tra i primi tre cantieri più produttivi figurerebbe anche il gruppo Ferretti, secondo le analisi degli stessi compilatori del report. Tuttavia, al pari dell’anno scorso, il cantiere resta fuori dal ranking per non aver fornito dati precisi sull’entità del proprio orderbook.

In assenza del cantiere italiano, dopo i primi due posti tricolori si trova Ocean Alexander, cantiere taiwanese-americano, poi gli olandesi di Feadship e i tedeschi di Lurssen. Al sesto posto un’altra azienda italiana: Overmarine (che nel rank 2021 era all'ottavo posto) e ancora cantieri tricolori al numero 8: The Italian Sea Group ( l’anno scorso era in nona posizione) che è anche il produttore italiano con la maggiore lunghezza media di yacht in orderbook (63,1 metri); poi Baglietto al 10° posto (nella chart 2021 era al 14°), Cantiere delle Marche al 12° (nel precedente elenco era al 16°) e infine, al 15°, Palumbo (che nella classifica 2021 era al 13°). Insomma, anche quest’anno, nella top chart di 17 posti (perché – oltre Ferretti – hanno mancato di fornire i dati sugli scafi in costruzione, e sono stati quindi esclusi, anche i costruttori britannici Sunseeker e Princess), ben sette sono occupati da cantieri italiani e quasi tutti saliti di posizione rispetto alla rilevazione dell’anno precedente.

Per quanto attiene ai primi tre posti in classifica, Azimut Benetti risulta numero uno assoluto, con 128 nuovi progetti in cantiere, per un totale complessivo di 4.601 metri di lunghezza; Sanlorenzo conta invece 117 progetti con 4.159 metri. Marcatissimo il divario con il terzo: Ocean Alexander conta infatti solo 47 progetti per 1.494 metri.

«È un grande orgoglio come sempre – afferma Giovanna Vitelli, al vertice di Azimut Benetti – essere i numeri uno al mondo. Avviene già da diversi anni ma non è mai scontato. Con la pandemia di Covid avevamo temuto il peggio, invece anche quest’anno abbiamo potuto brindare. Quando poi, come nel caso del nostro gruppo, hai un fatturato intorno al miliardo di euro, aumentare ancora di più non è banale. Noi, peraltro, da un lato copriamo la fetta di mercato di successo degli yacht tra i 30 e i 50 metri, dove i cantieri tricolori sono molto attivi, mentre quelli del Nord Europa (specializzati in giga yacht, ndr ) non sono riusciti a entrare; ma siamo anche l’unico cantiere italiano ad andare a pestare pesantemente i piedi al mondo del Nord Europa, per le barche sopra gli 80 metri. Coniughiamo questa duplice natura: da un lato quella di essere presenti nel core business che ha l’Italia nel campo degli yacht, con barche sia di Azimut, come il trideck, sia di Benetti, in particolare l’Oasis; dall’altro lato c’è la sfida che abbiamo intrapreso, con caparbietà e grandi investimenti, sui giga yacht. Il Nord Europa, su quel settore, in generale non ha concorrenti ma noi sentiamo di essere percepiti dal mercato come i più “tedeschi” tra i cantieri del Sud».

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I grandi broker internazionali, prosegue la Vitelli, «vedono oggi in noi un player alternativo al Nord Europa e non per il prezzo, come in passato è successo agli italiani, ma come un cantiere che ti offre la qualità e la tecnologia nordeuropea, con qualche elasticità in più, che in Italia siamo in grado di assicurare. Certo, c’è ancora un minimo di gap sul prezzo ma è questo il percorso che riteniamo giusto per arrivare all’obiettivo. Non bisogna dimenticarsi che, noi italiani, scontiamo gli effetti di una percezione del sistema Italia, da parte degli stranieri, che lo classifica come meno affidabile di altri. Anche se devo dire che, con Mario Draghi premier, stiamo acquistando più credibilità come Paese, fattore di cui si giova anche la nautica».

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Nell’anno 2021-2022, Azimut Benetti, dice la Vitelli, punta ad avere un miliardo di fatturato (contro gli 860 milioni del precedente) «e per quanto riguarda il portafoglio ordini – afferma – per Benetti abbiamo la copertura di gran parte dei modelli fino al 2025 e addirittura fino al 2026. La situazione, peraltro, è eccezionale anche per le barche di dimensioni minori, che hanno un fronte temporale medio di sei mesi negli ordinativi, mentre oggi, per Azimut, già non c’è più disponibilità per la gamma del 2022 e siamo a ragionare sul 2023».

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Ecco quali sono le grandi corporazioni dietro allo yachting

Dietro marchi e cantieri oggi non ci sono quasi più aziende di famiglia come nel passato ma grandi gruppi industriali, holding finanziarie e investitori privati che controllano il mercato e danno forma all’industria nautica. ecco quali sono le 9 corporazioni più importanti..

A leggere comunicati stampa, annunci ufficiali e brochure aziendali il 70 per cento dei cantieri nautici si definisce leader del mercato. Può quindi essere difficile per un armatore in vena di acquisti o in generale per la comunità di appassionati distinguere a prima vista la reale posizione finanziaria delle aziende nautiche e le loro dimensioni. Dopo 20 anni di operazioni finanziarie, investimenti, fusioni e acquisizioni, complice la grande crisi del 2009 nel settore della nautica sono emersi alcuni gruppi industriali, grandi imprenditori e holding finanziarie che controllano un’ampia fetta del mercato e danno forma all’industria.

Chi sono questi colossi della nautica? In linea generale a investire nella nautica sono quasi sempre soggetti esterni a questo mondo che operano e accumulano capitali in altri settori economici: gruppi industriali, multinazionali, holding finanziarie, imprenditori, banchieri e fondi d’investimento. Per tutti la nautica ha un suo appeal a prescindere dall’andamento dell’economia: gli yachts rappresentano infatti uno status symbol legato al lusso, al benessere e al tempo libero. Senza contare che i cantieri nautici sono aziende qualificate che costituiscono un bel mix di tecnologia e cultura artigiana.

Vediamo allora quali gruppi economici ci sono oggi dietro i grandi marchi della cantieristica italiana e internazionale, quale è la loro configurazione societaria e quali risultati hanno ottenuto finora queste partnership.

Dalian Wanda Group

Fatturato annuale: $39,47 miliardi

Fondatore e presidente: Wang Jianling

Marchi: Sunseeker

Dalian Wanda Group è il più grande operatore commerciale immobiliare in Cina e il più grande operatore di catene di cinema del mondo. È stato fondato nel 1988 da Wang Jianlin, il terzo uomo più ricco della Cina. La società ha oggi 634 miliardi di yuan in attività e gestisce oltre 26 milioni di metri quadrati di proprietà alberghiera. Nel 2013, la società ha deciso di acquistare Sunseeker, produttore di yacht con sede nel Regno Unito. Dopo avere subito perdite per 9 milioni di sterline nel 2009, Sunseeker era stata rilevata da FL Partners, una società irlandese di private equity. Sunseeker è stato venduto nel 2013 al Gruppo Wanda per circa 300 milioni di sterline secondo il Financial Times.

Fatturato annuale: $44,18 miliardi

Fondatore e presidente: Bernard Arnault

Marchi: Princess Yachts, Royal Van Lent (Feadship)

Moet Hennessy Louis Vuitton, meglio conosciuto come il conglomerato francese dei beni di lusso, LVMH, forse non è così sorprendentemente anche un protagonista nel settore dei superyacht. Nel 2008, L Capital, società di investimento della compagnia, ha acquistato Princess Yachts in un contratto del valore di 200 milioni di sterline secondo la Reuters, con il sostegno della banca d’investimento Calyon. La LVMH fa capo a Bernard Arnault, imprenditore francese e uno tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato di 26 miliardi di dollari. L’alleanza societaria per il cantiere inglese va a gonfie vele, visto che nel 2017 ha stabilito il record di vendite con commesse per un totale di 1 miliardo di dollari e un incremento del fatturato del 26,6% rispetto al 2016.

Gavio Group

Fatturato annuale: €2,2 miliardi

Marchi: Baglietto, Cerri Cantieri Navali, Bertram

Anche il Gruppo Gavio, grande azienda italiana la cui principale attività è nelle concessioni autostradali con la società che gestisce oltre 1.400 chilometri di autostrade in Italia, ha interessi nel settore della nautica da diporto. Nel 2012 Beniamino Gavio ha guidato l’acquisizione dell’iconico cantiere italiano Baglietto per un importo di 18,5 milioni di euro. All’epoca però il cantiere spezzino era prossimo al fallimento. Gavio lo ha fatto ripartire investendo 50 milioni di euro di cui 18,5 milioni per il marchio e altri 18 milioni, spalmati in due anni e mezzo per la costruzione del nuovo stabilimento. Il gruppo ha ulteriormente consolidato la propria posizione nel settore acquistando Cerri Cantieri Navali, pochi mesi prima dell’accordo di Baglietto e successivamente acquisendo Bertram negli Stati Uniti nel 2015.

Privinvest Group

Proprietario: Akram & Iskandar Safa

Marchi: CMN, Nobiskrug, ADM Shipyards

Il gruppo Privinvest è una delle più grandi società marittime d’Europa che è coinvolta nella produzione navale e nell’industria dei superyacht. Fondata dai fratelli Safa, Privinvest acquistò la società Constructions Mécaniques de Normandie (CMN) con sede a Cherbourg, in Francia, nel 1992. La compagnia riuscì poi a lanciarla come cantiere navale con commesse dal Medio Oriente secondo l’Indipendent. Nel 2007 il gruppo ha finanziato il 30 per cento della società Abu Dhabi MAR che si è avventurata nella costruzione navale attraverso ADM Shipyards e ha lavorato al maxi yacht Yas di 141 metri. Nel 2009 Privinvest ha continuato a consolidare la sua posizione nel settore acquisendo anche il cantiere navale tedesco Nobiskrug che recentemente è diventato il più famoso per la costruzione dello yacht a vela A lungo 142,8 metri.

Azimut-Benetti Group

Fatturato massimo registrato: €300 miliardi

Presidente: Paolo Vitelli

Marchi: Benetti, Azimut

Azimut è stata fondata all’inizio degli Anni 70 da Paolo Vitelli come concessionaria di barche Amerglass. L’azienda si è quindi evoluta nella produzione di yacht costruendo la sua prima barca da 43 piedi. Successivamente varò Failaka, il primo yacht in vetroresina di 30 metri mai costruito, a un principe kuwaitiano. Nel 1985, Azimut rilevò il cantiere navale Fratelli Benetti a Viareggio, ponendo le radici per il gruppo. In seguito, la società ha iniziato a collaborare con il giovane designer  Stefano Righini che avrebbe concepito le linee Azimut per le quali l’azienda è conosciuta oggi. La società ha acquisito il cantiere Gobbi nel 2001 che ora produce la gamma di yachts Atlantis del gruppo da 10 a 18 metri. Nel 2004 il gruppo ha acquisito Fraser Yachts, una grande società di intermediazione di yacht. In seguito ha sviluppato il Marina di Varazze e il Royal Yacht Club di Mosca. Nel 2018 Azimut/Benetti ha registrato un fatturato di 850 milioni di euro, pari a +18 per cento sui 723 milioni del valore di produzione 2017 e nel prossimo triennio 2019-2021 investirà ulteriori 122 milioni di euro.

Ferretti Group

Fatturato massimo registrato: €1.5 miliardi

Proprietario: Weichai Group, Ferrari family

Marchi: Ferretti, Custom Line, Pershing, CRN, Itama, Mochi Craft, Riva

Ferretti nasce nel 1968 come prima divisione marittima dell’azienda familiare di Alessandro e Norberto Ferretti. Nel 1971 l’azienda varò il suo primo yacht in legno e nel 1982 iniziò a produrre barche per la pesca sportiva con flybridge. Nel 1996 il gruppo decise di espandersi in una gamma più ampia e di creare la Custom Line, una divisione destinata a operare nella crescente fascia di 26-40 metri. Negli anni seguenti la società ha moltiplicato le acquisizioni comprando CNA nel 1998, CRN nel 1999, Riva nel 2000, Mochi Craft nel 2001 e Itama nel 2004. Mentre la società si stava preparando per un’offerta pubblica iniziale (IPO) dopo essere stata acquisita in da Candover Investments che ha portato il valore del Gruppo a € 1,5 miliardi nel 2007, la crisi finanziaria ha portato a un calo significativo delle vendite. Di conseguenza il Gruppo ha dovuto ristrutturare il debito e i suoi creditori, guidati dalla Royal Bank of Scotland, hanno convertito una parte del loro debito di € 1,2 miliardi in azioni secondo Bloomberg. Il Gruppo Ferretti fu infine venduto a Weichai Group, una società statale cinese, il più grande produttore di bulldozer in Cina. Resta inteso che la società ha in seguito acquistato la partecipazione di RBS nel Gruppo Ferretti. Nel 2016, la famiglia Ferrari ha acquisito una partecipazione del 13,2% nel capitale del produttore di yacht.

Vagit Alekperov

Fatturato: $14.9 miliardi

Marchi: Heesen Yachts, OneOcean Port Vell

Il signor Vagit Alekperov è attualmente considerato uno degli uomini più ricchi della Russia secondo Forbes. Nel maggio 2015 è stato reso noto che il capo di Lukoil, la più grande compagnia petrolifera indipendente della Russia, è l’attuale proprietario di Heesen. Secondo i media olandesi nel 2008 Alekperov ha acquistato il cantiere Heesen Yachts dal fondatore Frans Heesen per una somma di 100 milioni di euro. Nel marzo 2016 Heesen ha lanciato la sua ultima ammiraglia, la Galactica Super Nova di 70 metri (Progetto Kometa) che è stata costruita per lo stesso Mr. Alekperov. Insieme a QInvest, la banca d’investimento del Qatar, Alekperov ha acquisito il porto turistico del superyacht di Barcellona, ​​OneOcean Port Vell, che, secondo i media spagnoli, ha finanziato fin dall’inizio.

Mohammed al-Barwani

Fatturato: $1,2 miliardi

Marchi: Oceanco, Turquoise Yachts

Magnate dell’energia, Mohammed al-Barwani ha fatto la sua ricchezza investendo in petrolio, gas, minerali e produzione. Nel 2010, tuttavia, ha deciso di acquistare il cantiere olandese Oceanco dal magnate delle spedizioni greche Theodore Angelopoulos. Prima azienda a costruire piscine termali su superyacht, Oceanco ha beneficiato molto dell’approccio pratico di Al-Barnawi che ha consegnato il bellissimo Nirvana al miliardario russo Potanin e ha ampliato la sua struttura per poter costruire yacht fino a 160 metri. Nel dicembre 2013 al-Barwani ha ulteriormente consolidato la sua posizione nel settore acquistando il produttore turco di yacht, Proteksan (ora Turquoise Yachts).

Genting Group

Fatturato annuale: $2,18 miliardi

Fondatore: Lim Goh Tong

Marchi: Wider Yachts, Grand Bank Yachts, U Boat Worx, Lloyd Werft

Gruppo economico specializzato nel settore dell’intrattenimento con sede in Malesia, Genting Group ha acquistato la proprietà del cantiere italiano Wider Yachts attraverso la sua linea di crociere Genting Hong Kong, espandendo ulteriormente i suoi interessi nel settore dello yachting. Ideato da Tilli Antonelli, ex amministratore delegato di Pershing (acquisita dal Gruppo Ferretti), Wider Yachts è stato fondato nel 2010 con il primo modello da 13 metri, Wider 42, il cui punto di forza è diventato la piattaforma estendibile situata in mezzo alla nave. Secondo l’indice Timeline, Wider Yachts è stato venduto a maggio 2013 per la cifra di € 22 milioni.

Il coinvolgimento di Genting con Wider ha tuttavia avuto inizio nel dicembre 2012, quando il gruppo ha effettuato un investimento nel cantiere navale italiano tramite un aumento di capitale che ha consentito di ottenere una partecipazione del 50 per cento nella società. “Ho deciso di sostenere Wider perché sono rimasto impressionato dal suo sviluppo e dalla sua capacità di affermarsi sul mercato internazionale” ha commentato il presidente di Genting, Tan Sri Lim Kok Thay al momento dell’investimento.

Gli interessi del gruppo malese nello yachting non si limitano a Wider Yachts in quanto il Gruppo Genting ha una partecipazione del 24,85% in Grand Banks Yachts dal dicembre 2014 e una quota del 15 per cento nel produttore di sottomarini di lusso U-Boat worx. Il capitale riservato alla nautica del gruppo, inclusa la sua partecipazione in Wider, raggiunge i $ 38 milioni.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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  • Azimut Benetti : cambio al timone degli yacht (MF)

ROMA (MF-DJ)--Il presidente Paolo Vitelli si prepara a lasciare il timone alla figlia Giovanna proprio all'apice delle performance industriali e finanziarie del gruppo, che può vantare un portafoglio ordini da record per i prossimi anni. Azimut Benetti da oltre 20 anni detiene il primato mondiale per gli yacht in costruzione. Oggi il cantiere ha commesse record e i risultati sono in costante miglioramento. Il bilancio 2022 chiuso ad agosto ha fatto registrare oltre un miliardo di fatturato, un ebitda di 110 milioni e una posizione finanziaria netta di 315 milioni di euro. Per l'esercizio in corso la produzione è già tutta venduta e le previsioni parlano di un fatturato in crescita del 20% (a 1,2 miliardi) e un ebitda in salita del 40% (oltre 150 milioni). Il ricco portafoglio ordini permette di pensare ai successivi due anni con un'ulteriore crescita attesa della marginalità e l'azienda investirà per migliorare la capacità e l'efficienza produttiva al punto che il margine operativo salirà al 15% del fatturato. Paolo Vitelli (presidente) e la figlia Giovanna (vicepresidente) spiegano a MF-Milano Finanza quale sarà la rotta del gruppo con sede ad Avigliana (Torino).

Domanda. Il Global Order Book 2022 ha confermato Azimut Benetti leader mondiale per numero di yacht in costruzione. Come si spiega questo prolungato primato?

G.V. Siamo molto orgogliosi di questo risultato per il 23* anno consecutivo e individuiamo nell'innovazione di prodotto la ragione per questo primato e per il distacco che abbiamo aumentato rispetto ai competitor.

D. Oggi innovazione e sostenibilità sono imprescindibili. Ma sono sempre collegati?

P.V. Fino a ieri no, da oggi sì. Noi da 15 anni portiamo avanti tecnologia di produzione, alleggerimento delle barche, efficienza della macchina propulsiva, siamo stati pionieri dei Pod. Da adesso ci dedicheremo sostanzialmente a lavorare anche per ridurre la percentuale di inquinamento per kilowatt prodotto. Il banco di prova che abbiamo messo sul mercato è stato il B.Yond 37, un super yacht ibrido diesel/elettrico. Perché questo avvenga oggi vuol dire che il seme è stato piantato almeno 5 anni fa, anzi ormai 8, quando di sostenibilità di parlava ancora poco.

D. Come vedete il mercato dei super yacht nei prossimi 5-10 anni dopo questo boom?

P.V. Io lo vedo bene, nel senso che l'economia dovrebbe avere un leggero ripiegamento, ma poi trovare una stabilità nel medio termine. A questo fenomeno positivo si aggiunge sicuramente una cultura nautica diversa data dal Covid; la barca rientra in quell'utilizzo meno contaminato, più esclusivo e più familiare che la pandemia ha generato. Quanto durerà questa cultura? Credo a lungo, pertanto la nostra visione è di stabilità.

D. Nonostante emergano nuovi rischi? Ad esempio c'è chi contesta i super yacht come avviene con gli aerei privati?

P.V. Bisogna che cambi la percezione del pubblico verso l'utilizzo di un bene che non ha niente di negativo e che dimostreremo che anche dal punto di vista ambientale è assolutamente poco impattante.

G.V. È giusto che il settore si occupi e dia risposte al tema della sostenibilità; quindi che ci sia un'attenzione su questo aspetto da parte di tutti noi perché il tema dei minori consumi ci riguarda; dal riscaldamento di casa all'andare in barca. Non si tratta più di una scelta ma di una necessità: i cantieri diano una risposta seria a questo aspetto. Alla domanda se vediamo che questo tema ecologico possa in qualche modo influenzare il settore dico che è giusto che lo influenzi perché è una risposta che questo settore deve dare.

D. Il gruppo Azimut Benetti, oltre al core business della costruzione di yacht, dove sta guardando? Più marine in gestione, più attività di refit o altri servizi?

P.V. Noi da sempre abbiamo la presunzione di fare le cose bene occupandoci del nostro core business come attività principale. Nell'ambito del servizio riteniamo essenziale il refit delle imbarcazioni. Quindi abbiamo deciso di sviluppare questo settore e abbiamo previsto un investimento di 12 milioni di euro di potenziamento del nostro cantiere Lusben di Livorno. Siamo all'inseguimento del numero uno come fatturato (il cantiere Amico & Co, ndr) e vogliamo presto batterlo. Anche le marine riteniamo siano un completamento della nostra attività e vorremmo che fossero inserite in un meccanismo più ampio perché crediamo nel concetto di rete alberghiera. Pensiamo di andare a collegarci con qualcosa di esistente per poter fare una rete di marine.

D. Riguardo il passaggio generazionale, quale sarà il futuro del gruppo Azimut Benetti?

P.V. Quello che posso dire è che a febbraio lascerò la presidenza a Giovanna semplicemente perché ho l'età che tutto il mondo riconosce corretta per una successione e perché mia figlia ha acquisito esperienze e conoscenze necessarie. Siamo pronti per il cambio generazionale, l'abbiamo costruito in tanti anni di lavoro, siamo fortunati perché il momento economico permette di assorbire questa transizione serenamente. Rimarrò nel consiglio d'amministrazione per un certo periodo, a disposizione, ma ci terremmo che, con delle regole aggiornate, il potere passasse veramente di mano e io, allora, andrò via.

G.V. Non mi viene quasi in mente nelle società italiane un fondatore che abbia guardato con questa lungimiranza all'idea del passaggio generazionale. È un fatto abbastanza unico e di grandissima visione nonché di grande generosità nei confronti miei, ma anche dell'azienda. Di questo sono pubblicamente molto grata a mio padre. Per il futuro intendiamo andare avanti con questo traghettamento che è proporzionale alla crescita dimensionale dell'azienda: andremo a 1,4 miliardi di fatturato per cui questo passaggio, con la relativa governance, è un aspetto necessario da affrontare per la salute dell'azienda.

D. Pensa alla borsa o ai fondi d'investimento?

G.V. I soci di minoranza li abbiamo sempre avuti in passato e, a seconda dei tempi, abbiamo scelto alleanze differenti. Il primo fu un cliente di Hong Kong che s'innamorò poi anche dell'azienda, poi fu Intesa Sanpaolo che ci ha aperto al sistema Italia all'estero e oggi abbiamo Tamburi Ip che detiene il 12%. Sono alleanze che nel tempo si sono rivelate utili, quindi con questa logica siamo sempre aperti. Siamo stati certamente molto corteggiati negli ultimi periodi e nel futuro se si presenteranno occasioni perché non coglierle?

0309:31 gen 2023

(END) Dow Jones Newswires

January 03, 2023 03:32 ET (08:32 GMT)

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Nautica: Azimut Benetti, +10% valore produzione nel 2018/19

(ANSA) - GENOVA, 10 SET - Il gruppo Azimut Benetti ha chiuso l'esercizio 2018/19 con un fatturato di 900 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all'anno precedente (2017/2918), e ha consegnato 260 unità, confermando la performance dalla precedente stagione. La metà esatta della clientela, per l'azienda italiana, proviene dalle Americhe (negli USA Azimut Yachts è il primo brand per vendite nel segmento sopra i 12 metri), mentre l'Europa pesa per il 29%, il Medio Oriente e l'Africa per il 14% e l'Asia-Pacifico per il 7%. In particolare, una forte spinta è arrivata dai mega yacht, segmento che è cresciuto più della media di mercato (16% rispetto al 10%): il gruppo ha venduto in totale 51 imbarcazioni di questa categoria durante l'esercizio 2018/2019, di cui 35 a brand Azimut Yachts e 16 a brand Benetti. Azimut Benetti, che prevede di investire nello sviluppo di nuovi prodotti e nel potenziamento della capacità produttiva 115 milioni di euro nei prossimi 3 anni, ha presentato allo Yachting Festival di Cannes (in corso dal 10 al 15 settembre) numerose novità, a partire dalla nuova ammiraglia della collezione Grande, l'S10 (50 metri), e dai modelli S8 e 78 Fly. "Sono felice e orgogliosa per questo anno meraviglioso che ci ha visti impegnati su così tanti fronti: nuove collaborazioni, nuovi prodotti, la Giga Season, il nostro Azimut S6 a Times Square e tanti momenti con i nostri clienti che, in ogni parte del mondo, ci hanno testimoniato la loro fiducia e la loro stima" ha dichiarato Giovanna Vitelli, Vice Presidente del Gruppo AzimutBenetti. (ANSA).

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Azimut Yachts naviga verso i 300 milioni di fatturato

Le stime per quest’anno dell’azienda torinese: performance a +23%. Cresce dell’11% il fatturato del gruppo, a 680 milioni di euro. Nei prossimi tre anni in arrivo 14 nuove barche e un uso più ampio della fibra di carbonio

1 minuti di lettura

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Prodotto e brand innovation, queste le parole chiave che definiscono i programmi per i prossimi tre anni di Azimut Yachts, il marchio del Gruppo Azimut|Benetti dedicato alla costruzione di motoryacht di lusso. Programmi agevolati anche dalla forte crescita del gruppo con un +11 % negli ultimi due anni del valore della produzione, passato da 611 milioni nel 2013-14 a 680 milioni del 2014-15.

Risultati confermati dalla continua leadership, da 16 anni, nella classifica mondiale di costruttori di yacht sopra i 24 metri (Global Order Book 2016 di Showboats). Una crescita alla quale Azimut Yachts contribuisce con un trend positivo del fatturato, che è passato dai 243 milioni di euro del 2013-2014 agli oltre 300 milioni stimati di quest’anno, con un miglioramento della prestazione del 23%, ed una produzione annua di ben 300 unità.

Per continuare a mantenere la leadership, il programma di sviluppo prevede il lancio di ben 14 nuovi modelli nei prossimi tre anni, suddivisi nelle cinque collezioni della gamma. “Il continuo rinnovamento è la chiave del successo, lo dimostrano i risultati di vendita dei nuovi modelli – Azimut 72 e Azimut Magellano 66 - presentati in questa stagione a Cannes, già tutti “sold out”, è la voce dell’azienda. E i 72 modelli dell’Azimut Atlantis 43 venduti dall’anno del lancio, il 2015. Ora, al Salone di Dusseldorf, il debutto dell’Azimut 66.

Fibra di carbonio

Tra gli orientamenti costruttivi, l’utilizzo della fibra di carbonio, una scelta costruttiva - spiegano al cantiere - che consente di aumentare volumi e superfici a parità di peso preservando gli ottimi livelli di stabilità dinamica. E, mutuati dalle ultime tendenze del Salone del Mobile di Milano, arredi e decor improntati ad uno stile che attinge alla storia e a significative eredità di gusto e cultura rigorosamente italiani, come il rovere termotrattato e le venature frisé del Sicomoro, tra le più pregiate essenze d’acero, impreziosite da verniciature ultraglossy che riprendono le tecniche dell’arte ebanistica italiana.

Sul fronte della brand identity Azimut Yachts ha avviato da Settembre 2015 un’operazione di rafforzamento dell’immagine grazie alla collaborazione con l’architetto Michele De Lucchi che ha riprogettato tutti gli stand e gli showroom dei dealer dando un forte contributo all’insegna dell’eccellenza del ‘Made in Italy’.

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Valle: “Per Azimut Benetti 130 Mln di investimenti nei prossimi quattro anni”

Nel refit il gruppo traguarda un raddoppio del faturato di Lusben nel giro di tre anni

Valle Marco (Azimut Benetti)

Cannes (Francia) – “Quanto durerà questo momento di mercato così positivo? Chi lo sa… Qualche segnale di rallentamento lo vediamo. Soprattutto in Europa, mentre il Nord America continua a essere trainante”. Con queste parole l’amministratore delegato di Azimut Benetti, Marco Valle, ha dato il via alla conferenza stampa organizzata da Azimut Yachts per presentare al Cannes Yachting Festival le ultime novità dei marchi del gruppo. Fra i 16 modelli portati alla 44° edizione del salone nautico di Cannes (di cui tre première), ci sono i due superyacht di nuova generazione Grande 26M e Grande 36M e il crossover coupè Magellano 30M.

Parlando di strategie di crescita Valle ha sottolineato che il gruppo ha in programma 130 milioni di euro di investimenti per i prossimi quattro anni in innovazione: “Non ci interessano altri cantieri o marchi, vogliamo crescere con nuovi prodotti e maggiore efficienza nei nostri stabilimenti” ha precisato l’a.d., che a margine della conferenza stampa a SUPER YACHT 24 ha spiegato come anche nel refitting i programmi sono particolarmente ambiziosi. “Vogliamo raddoppiare il fatturato di Lusben nel giro di tre anni e ci siamo impegnati, rilevando il bacino di carenaggio del porto di Livorno, a investire circa 14 milioni in cinque anni. Il refitting è un business anticiclico sul quale vogliamo puntare”.

Durante la conferenza stampa un passaggio è stato necessariamente dedicato alla sostenibilità, che per Azimut Yacht significa incremento del 25% della capacità produttiva grazie a efficienze nella produzione. Il ‘caro energia’, invece, l’azienda lo contrasta con l’efficienza energetica grazie al fatto di essere per il 50% autonoma per effetto degli investimenti realizzati in passato.

Impegnati da oltre dieci anni nell’abbassamento delle emissioni attraverso la combinazione di tre fattori chiave (abbattimento del peso attraverso l’utilizzo del carbonio, la ricerca di carene sempre più efficienti e propulsioni alternative), Azimut ha precorso l’approccio alle tematiche sostenibili con la creazione della famiglia di Low Emission Yacht, in cui oggi rientra già il 50% dei modelli della gamma.

Un “-20%” di emissioni rispetto al mercato è il benchmarck di riferimento per includere nuovi modelli in questa famiglia.

A proposito del modello Grande 26M (18 nuove costruzioni già vendute), Azimut è stato il primo brand a credere nella propulsione Pod e, grazie all’esperienza acquisita, il cantiere ha sviluppato insieme a ZF il nuovo sistema di propulsione Pod 4600, installato per la prima volta al mondo sul nuovo modello della linea Grande. Il sistema, combinato con una sovrastruttura più leggera del 30% grazie all’uso esteso della fibra di carbonio, garantisce una riduzione dei consumi del 20% rispetto a una barca di pari dimensioni, alle velocità più frequenti di utilizzo.

Grande 26M nasce da un progetto ambizioso: configurarsi come il nuovo benchmark di categoria e

offrire nelle sue dimensioni le stesse caratteristiche di un megayacht. Una sfida che i cantiere ritiene vinta grazie alle 5 cabine, di cui quella armatoriale full beam sul main deck, e ai flussi separati per ospiti ed equipaggio, la cui area è posizionata a prua come nei superyacht per garantire la privacy più totale.

A bordo sorprende anche la Deck2DeckTM Terrace, pensata sulla rivoluzionaria novità introdotta sul mercato dall’ammiraglia di gamma Grande Trideck (già 17 le barche vendute): la terrazza affacciata a pelo d’acqua. La Deck2DeckTM Terrace è ottenuta grazie all’estensione dello specchio di poppa, che può essere sollevato per trasformare il pozzetto in una grande terrazza sospesa tra mare e cielo, che assume la doppia funzione di area lounge o sala da pranzo con tavolo walkaround. Le linee esterne sono firmate da Alberto Mancini, mentre gli interni sono progetti di Achille Salvagni.

A bordo di Grande 36M è da sottolineare anche il concept Infinity Skydeck, il primo upperdeck che corre da poppa fino all’estrema prua su un unico livello, una rivoluzione del layout tradizionale e la conquista di un ambiente prima inesistente su una barca di queste dimensioni.

Grande 36M s’inserisce nel range dei low emission yacht grazie alla sinergia tra la carena di seconda generazione D2P Displacement-to-Planing ad alta efficienza, progettata da P.L. Ausonio Naval Architecture con l’ufficio ricerca e sviluppo del cantiere, e l’utilizzo estensivo della fibra di carbonio per alleggerire il peso della sovrastruttura. Innovazioni progettuali introdotte da Azimut che permettono di ridurre i consumi e le emissioni di CO2 fino al 30%, rispetto a imbarcazioni di pari peso e dimensioni con carena a spigolo tradizionale.

Anche in questo caso le linee esterne sono concepite da Alberto Mancini, mentre il design degli interni è realizzato da Achille Salvagni.

Con Magellano 30M , invece, ispirato alla filosofia dei trawler, imbarcazioni pensate per le lunghe navigazioni, Azimut interpreta questo modello con un twist contemporaneo e concepisce già nel 2007 il primo Crossover della storia della nautica.

Secondo il cantiere la linea Magellano risponde alle esigenze di un armatore contemporaneo e con il piacere del viaggio: la dualità della velocità, la carena ad alta efficienza di ultima generazione e un design di rara ricercatezza. Da qui la scelta dell’architetto inglese Ken Freivokh, il designer che meglio si muove, elegantemente, tra vela e motore, il cui stile ha scolpito gli esterni di questo crossover coupè, dalla sovrastruttura filante. Mente creativa dell’interior è Vincenzo De Cotiis, rinomato architetto e designer.

Per la prima volta su uno yacht di queste dimensioni, la timoneria unica consente la rottura degli schemi tradizionali del layout, lasciando sul ponte principale spazio per il grande salone con vista del mare a 270°.

Magellano 30M si muove in diverse condizioni di mare grazie alla Carena Dual Mode a doppio spigolo che, rispetto a carene tradizionali hard chine , permette morbidezza d’impatto sull’onda, garantendo efficienza e stabilità anche in condizioni di mare formato, e una riduzione delle emissioni del 20%. A garantire ulteriormente il contatto con il mare e il rispetto della natura circostante, la Zero Emission Hotel Mode, una modalità stand by in grado di alimentare autonomamente i sistemi di bordo a generatori spenti fino a quattro ore di giorno e otto ore di notte, e che permette di sostare silenziosamente in rada.

In occasione della conferenza stampa di Cannes, Azimut ha anticipato anche il Nuovo S7 che sarà presentato a Düsseldorf Boat Show 2023. La carena ad alta efficienza, la sovrastruttura in carbonio, la propulsione POD trimotorica permettono al nuovo S7 di raggiungere consumi ridotti fino al 30% alle medie e alte velocità. Gli esterni sono firmati da Alberto Mancini e gli interni dalla divisione Yachtique, atelier del Gruppo Azimut Benetti specializzato in interior.

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Azimut|Benetti n°1 della nautica mondiale

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L’AZIENDA GUIDATA DALLA FAMIGLIA VITELLI SI CONFERMA PRIMO PRODUTTORE DI YACHT AL MONDO, CON UNA QUOTA DEL 14% DEL MERCATO MONDIALE, UN VALORE DELLA PRODUZIONE IN CRESCITA DEL 23% E UN EBITDA AL +50%.

Il Gruppo Azimut|Benetti si conferma  primo produttore al mondo di yacht sopra i 24 metri , rimanendo stabilmente al vertice della classifica di riferimento per il settore, il Global Order Book curato dalla rivista  Boat International , che annualmente raccoglie e analizza i dati di 177 cantieri attivi in cinque continenti. L’edizione 2024 premia il Gruppo sia per numero di unità in costruzione che per lunghezza complessiva dei progetti:  167 barche , equivalenti a un totale di  6014 metri  corrispondente al  14% del mercato mondiale  preso in esame da Boat International.

Numeri che trovano conferma anche nei  risultati record  registrati dal Gruppo nell’esercizio chiuso il 31 agosto 2023 con una  crescita del valore della produzione superiore al 23%  rispetto all’anno precedente e il  margine operativo lordo (Ebitda) in aumento del 50% . La solidità del percorso intrapreso è ulteriormente confermata dal costante incremento del valore della produzione, quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni –  da 700.000 milioni a 1.3 miliardi di euro , e dal  portafoglio ordini esteso fino al 2027  grazie al successo di modelli premiati dal mercato per le soluzioni stilistiche e tecnologiche e l’attenzione ai consumi e all’impatto ambientale.

Ai risultati economici – supportati da un’eccellente solidità finanziaria e patrimoniale con cui l’azienda garantisce un investimento di 150 milioni di euro nel prossimo triennio – si affianca anche il primato di un Gruppo che da decenni dedica il proprio ufficio R&D alla ricerca delle migliori soluzioni per ridurre l’impatto ambientale. Un impegno che permette – già oggi – di annunciare  i migliori risultati della nautica nell’abbattimento delle emissioni di CO2 , nonché il primo accordo nel settore per l’uso di  biocarburante HVO . Forte di questi risultati, il Gruppo è anche promotore dell’elaborazione di un  indice pubblico per misurare l’efficienza degli yacht  in collaborazione con Lloyd’s Register e Superyacht Eco Association.

La straordinaria longevità del primato risiede nello  status  di  azienda privata familiare  del Gruppo Azimut|Benetti, guidato dalla famiglia Vitelli insieme a due soci di minoranza di qualità – PIF e TIP – che detengono una funzione di stimolo e controllo: fin dalla fondazione, infatti, la proprietà garantisce un  modello di business coerente, resiliente e sostenibile , che mette al centro l’esperienza del cliente, l’innovazione costante del prodotto e la cura delle persone, in una strategia di lungo termine. Con il recente cambio generazionale – che oggi vede al vertice la  Presidente Giovanna Vitelli  – il Gruppo ha intrapreso un  percorso di evoluzione  che mira a sviluppare ulteriormente cultura manageriale e governance, nel rispetto nel DNA imprenditoriale che ha segnato il successo dell’Azienda: rapidità decisionale, approccio calibrato alla crescita e agli investimenti, attenzione al benessere delle persone.

Questi tratti si traducono in un piano strategico che si conferma fondato su tre pilastri:  l’evoluzione del prodotto in chiave di design e sostenibilità, lo sviluppo dei servizi attraverso i brand Lusben e Yachtique e la cura del talento.

Il prodotto – Bellezza, innovazione e sostenibilità

Il primo posto nella classifica del Global Order Book è innanzitutto il risultato dei modelli vincenti di Azimut e Benetti, concept all’avanguardia che hanno  anticipato i desideri degli armatori  e i  trend di settore.  La  creazione di nuovi stili di vita a bordo  e  la riduzione di emissioni di CO2 e consumi energetici  sono i principi guida della filosofia di prodotto del Gruppo, entrambi declinati negli yacht Azimut e Benetti in modo coerente con i valori dei due brand.

Azimut  esplora i nuovi terreni dell’architettura, connotandosi come il  design hub  che più arricchisce il mondo dello yachting della creatività di una molteplicità di  firme provenienti da altri settori . La più recente collaborazione con  Matteo Thun , ad esempio, porta per la prima volta a bordo il concetto di  conscious   design  rispettoso della relazione che si instaura tra persone, ambiente e prodotto.

Il brand, inoltre, è pioniere nello sviluppo di soluzioni volte a ridurre le emissioni integrando  carene ad alta efficienza , uso estensivo del  carbonio  e  propulsioni innovative . Oggi, oltre la metà della flotta di Azimut è costituita da  Low Emission Yachts  che garantiscono una riduzione delle emissioni fino al 30% e nella primavera 2024 il Cantiere presenterà la prima Serie ibrida e la più efficiente mai realizzata:  Seadeck .

Benetti   reinventa il concept di modelli iconici  collaborando con architetti di rilievo internazionale – come Bonetti/Kozerski Architecture, di cui vale la pena citare la nuova Pace Gallery di New York – per reinterpretare il linguaggio classico alla luce di sofisticate contaminazioni con il mondo dell’ architettura , del  fashion design  e dell’ arte . È stata introdotta da Benetti la più influente innovazione stilistica contemporanea:  l’Oasis Deck® , una vera rivoluzione della beach area che per la prima volta trasforma la terrazza di poppa in un’oasi sul mare per un’esperienza a stretto contatto con la natura.

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Oggi, Benetti propone la quasi totalità della gamma anche in  versione ibrida  e il B.Yond è stato premiato come modello più green della categoria per la riduzione delle emissioni di CO2 fino al 24% e di NOx fino all’85%. Il prossimo obiettivo è  l’ulteriore ottimizzazione dei consumi e delle emissioni generati dagli impianti di bordo , un tema di estrema rilevanza per le barche di dimensioni maggiori – che trascorrono all’ancora circa il 90% del tempo di utilizzo – e in cui Benetti ha già conseguito risultati concreti tramite l’implementazione del sistema “ Zero Emission Hotel Mode ” alimentato da fuel cell e di avanzati sistemi di  power management , incluse soluzioni che permettono di  ridurre i consumi dell’aria condizionata fino al 50% . 

I risultati conseguiti da Azimut e Benetti svelano la volontà di implementare  soluzioni green   applicabili su ampia scala , e non solo su modelli prototipali one-off, per fare la differenza anche sui grandi numeri. L’approccio coniuga la ricerca orientata al domani con l’implementazione delle  migliori soluzioni disponibili ed efficaci oggi , con l’obiettivo di generare il maggior beneficio nel breve, medio e lungo termine.

Le attività del Gruppo sono guidate dalla determinazione a condurre il settore verso un approccio più consapevole e scientifico al tema della sostenibilità ambientale, promuovendo anche una  maggiore trasparenza nella comunicazione . Con questo obiettivo, nell’estate 2023 Azimut ha condotto insieme a  Lloyd’s Register , uno dei principali enti di classificazione del settore marittimo, un piano di certificazione di consumi ed emissioni che ha portato alla definizione di un  Carbon Emission Index  oggettivo e comparabile, che la  Superyacht Eco Association  ha impiegato per estendere il  SEA Index  agli yacht sotto i 24m, la categoria più diffusa nei nostri mari e quella che coinvolge il maggior numero di armatori, con l’ambizione di avviare un movimento senza precedenti.

Nel 2023, il Gruppo ha siglato il primo accordo del settore con Eni Live per la sostituzione di tutto il carburante di origine fossile utilizzato dal Gruppo per prove mare, test e trasferimento prototipi con  biodiesel HVO , biocarburante da materie prime rinnovabili* che permette di  abbattere le emissioni di CO2 fino al 90%  rispetto al mix fossile di riferimento, a seconda dei materiali utilizzati per la sua produzione**. Secondo l’accordo siglato con Eni Live, il Gruppo acquisterà a partire da quest’anno circa  700.000 litri di HVO , conseguendo così il risultato di non immettere nell’ambiente fino a 1.800 tonnellate di CO2, l’equivalente di circa 1.800 voli aerei da Francoforte a New York.

Infine, tutte le sedi del Gruppo operano con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale a 360°: i siti produttivi impiegheranno  fonti rinnovabili  per coprire circa il 50% del fabbisogno energetico entro il 2026 e, nell’ottica dello sviluppo di un’ economia   sempre più circolare , sono stati attivati progetti di  recupero dei residui di vetroresina ,  legno  e altri materiali.

I servizi – Lusben e Yachtique

Il piano strategico del Gruppo Azimut|Benetti prevede l’ulteriore  sviluppo dell’hub di servizi , con l’obiettivo di affiancare gli armatori nei diversi momenti della loro esperienza di yachting.

Il Gruppo conferma il crescente  ruolo strategico di Lusben e dell’attività di refit  stanziando un investimento di  15 milioni di euro  per l’ampliamento del cantiere Lusben di Livorno – una delle tre sedi del brand oltre a Varazze e Viareggio – al fine di poter ospitare yacht oltre i 100 metri di lunghezza e diventare così uno dei tre  principali player del Mediterraneo  nel segmento dei superyacht.

Secondo la stessa logica strategica, anche l’attività  Yachtique  – lo styling lounge interno al Gruppo, creato oltre vent’anni fa per consigliare e accompagnare gli armatori nelle scelte di arredo, fino all’acquisito di pezzi d’arte e antiquariato –  espanderà le proprie sedi in Toscana  nel prossimo triennio.

Infine, la divisione servizi del Gruppo si è recentemente arricchita della  prima proposta di “airbnb” della nautica , che consente ai clienti Azimut di  proporre in charter il proprio yacht  ovunque nel mondo grazie a una piattaforma digitale sviluppata da Azimut, contando sull’attività territoriale dei Dealer per la gestione delle imbarcazioni e le attività di check-in e check-out.

Una scuola di talenti

Il ruolo di leadership che il Gruppo Azimut|Benetti ricopre nel settore è strettamente connesso all’impegno dedicato a supportare i  2.400 dipendenti diretti  –  +24% negli ultimi 3 anni  – nel loro percorso di crescita professionale e nel formare le figure più richieste dal settore nautico, favorendo l’occupazione nell’ambito di un’industria simbolo dell’eccellenza produttiva e manifatturiera italiana.

Il Cantiere ha così fondato la  Azimut|Benetti Group Corporate Academy , la prima nella nautica ad affrontare il tema della formazione con un approccio trasversale e integrato, comprendendo nel suo modello  Academy Cantieri  – 144.000 ore di formazione in un anno;  Academy Manageriale ; e progetti di  Edu & Career Guidance  in collaborazione con università, scuole superiori e istituti tecnici. Il modulo interno di  nauticità , che coinvolge i dipendenti in un’esperienza di navigazione sugli yacht del Gruppo, porta in vita la mission del Gruppo facendo vivere, conoscere e amare il prodotto:  costruire la barca più bella, affidabile, tecnologica e innovativa e assisterla sempre e ovunque.

* Ai sensi della Direttiva UE 2018/2001 “REDII”.

** Secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”, la riduzione delle emissioni di CO2eq dell’HVOlution lungo la filiera logistico-produttiva nel 2022, è stata tra il 60% e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento (i.e. 94g CO2eq/MJ), a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.

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Leader mondiale nella produzione di barche da diporto, primo cantiere in Europa per fatturato e gamma di produzione nel settore barche a motore e nel mondo per produzione di imbarcazioni dai 10 metri, Azimut è presente anche a Savona con il Delivery Centre per due importanti ragioni: collocazione geografica e collegamenti stradali. La prossimità al centro di produzione di Avigliana (25 km da Torino) permette di trasferire rapidamente il 90% delle imbarcazioni tra i 10 e i 22 metri verso il loro elemento naturale. All’interno della struttura di Savona (4.000 m2 di cui 2.500 coperti in capannone attrezzato con soppalco per allestimento barche, cabina di verniciatura per ritocchi e carrello semovente per trasportare barche fino a 50 t) si procede al montaggio finale e al collegamento degli impianti elettronici. Le imbarcazioni sono quindi poste in acqua (50 metri di banchina, utile all’attracco di 21 barche) per le prove dinamiche e consegnate direttamente a concessionari e clienti provenienti da oltre 60 paesi, o avviate all’imbarco verso i mercati finali di Stati Uniti, Asia e Sud America, nonché testate dai giornalisti delle più prestigiose riviste nautiche internazionali.

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Produttori di yatch, primo in classifica Azimut-Benetti

Produttori di yatch, primo in classifica Azimut-Benetti

La principale voce che concorre a formare il fatturato complessivo dell’industria nautica italiana è innanzitutto la cantieristica, che vale oltre i due terzi del totale. Poi ci sono la produzione di accessori (circa il 25%), motori (tra il 7 e l’8%) e, infine, il “refit” (l’attività di riparazione e restauro delle imbarcazioni).

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Fattura 1,2 miliardi sui 7,3 della cantieristica. Seguono Ferretti e Sanlorenzo

L’ industria nautica italiana  non è mai stata meglio. Lo dimostra l’andamento del  fatturato generale  del settore, che oggi vale oltre il  3,2% del Pil  e di recente sta vivendo annate positive a livelli mai visti prima. Nel 2022 la nautica in Italia ha fatturato oltre  7,3 miliardi  di euro: risultato in aumento del 20% rispetto al 2021. In realtà è dal 2013 che il comparto vive una crescita continua, eccezion fatta per il 2020, quando il fatturato subì una decrescita del 2,6% rispetto al 2019: tutto sommato leggera, considerando che la pandemia ha bloccato ogni attività economica e che il Pil dell’Italia è sceso di quasi il 9%. Ma a contribuire al valore della cantieristica italiana non sono solo i produttori di yacht.

La principale voce che concorre a formare il fatturato complessivo dell’industria nautica italiana è innanzitutto la  cantieristica , che vale oltre i due terzi del totale. Poi ci sono la produzione di  accessori  (circa il 25%),  motori  (tra il 7 e l’8%) e, infine, il “ refit ” (l’attività di riparazione e restauro delle imbarcazioni). Vediamo in questa  classifica  quali sono i  principali produttori di yatch in Italia .

Azimut-Benetti, leader con 1,2 miliardi di fatturato

Con un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro,  Azimut-Benetti  è il primo gruppo della nautica italiana per valore di vendite, nonché primo produttore mondiale di megayacht, con un’ampia gamma di modelli sul mercato. Azimut-Benetti, come gruppo, esiste dal 2003, anche se ha alle spalle una storia molto più lunga, che affonda le radici nell’esperienza di  Azimut , azienda produttrice di yacht dal 1969 e di  Cantieri Benetti , che realizza imbarcazioni dal  1873 . Il gruppo Azimut-Benetti ha oltre 526mila metri quadri di area produttiva distribuita in  138 stabilimenti  in  80   paesi  del mondo e un team di  2.350 dipendenti . I suoi marchi principali sono Azimut, una gamma di imbarcazioni a motore dai 13 ai 38 metri e Benetti, tra i più grandi costruttori mondiali di megayacht da 37 a oltre 100 metri.

Gruppo Ferretti, portafoglio ordini di 1,3 miliardi di euro

Supera il  miliardo  di euro di fatturato anche il  Gruppo Ferretti , altro leader internazionale della progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht a motore e imbarcazioni da diporto. Ferretti Group, che trae origine da un’impresa familiare attiva anche nel settore auto negli anni ‘60, oggi gestisce sette cantieri navali in Italia e ha clienti in oltre  70 paesi , in particolare in Europa, Asia e Stati Uniti. Sono  sette i marchi  di Ferretti: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CRN, Custom Line e Wally. Il Gruppo è quotato alla borsa di  Hong Kong  e al 31 dicembre 2022 aveva raggiunto un  portafoglio ordini , ossia l’insieme di ordini richiesti dai clienti in attesa di esecuzione, per un valore di  1,3 miliardi  di euro.

Produttori di yacht, Sanlorenzo a quota 742 milioni

“Costruiamo poche barche all’anno, perché fare le cose nel modo giusto significa anche farle su misura”. Questa frase compare sul sito internet della  Sanlorenzo Yacht , al terzo posto della graduatoria (742 milioni di fatturato). E dice tanto di questa azienda fondata nel 1958. La Sanlorenzo, infatti, ha fatto della qualità la propria bandiera, decidendo da tempo di poter soddisfare le richieste di non più di  50 clienti  all’anno. Pochi esemplari costruiti ogni dodici mesi: unica filosofia possibile per assicurare l’eccellenza del prodotto. In oltre 50 anni di attività, Sanlorenzo ha costruito e venduto circa  mille yacht , ognuno personalizzato al massimo per essere unico e diverso dagli altri. La sede principale del cantiere si trova ad  Ameglia  (La Spezia), ma esiste una seconda divisione a  Viareggio , casa storica della nautica italiana.

Per The Italian Sea Group una storia lunga 448 anni

The Italian Sea Group  può vantare una storia secolare, che si rifà al Cantiere Picchiotti, risalente al  1575 , di cui ha rilanciato il marchio ponendolo ai vertici della classifica dei produttori di yacht. Con  295 milioni  di fatturato, The Italian Sea Group è un punto di riferimento della nautica internazionale, specializzato nella progettazione di yacht fino e oltre i 100 metri di lunghezza. Con una presenza tra  La Spezia ,  Marina di Carrara  e Viareggio, in  448 anni  di storia gli yacht varati riconducibili al gruppo sono stati oltre  1.260 . Italian Sea Group conta  1.700 collaboratori , tra progettazione e produzione e 244 mila metri quadri di area produttiva totale, dislocata in otto sedi.

Superano i 100 milioni di fatturato Cantiere del Pardo e Baglietto

Cinquant’anni di storia da poco compiuti, oltre 5 mila imbarcazioni varate e oltre 20 premi vinti.  Cantiere del Pardo ,  180 milioni  di fatturato, ha un sito produttivo di  40 mila metri quadri . È suddiviso tra falegnameria all’avanguardia, carpenteria all’insegna della tradizione e delle manualità artigiane e area di assemblaggio, dove le imbarcazioni prendono forma e vita per il collaudo finale nel bacino di prova. Supera i  100 milioni  di fatturato anche  Baglietto , altra realtà storica della nautica italiana, fin dal  1854 . Forte di un portafoglio ordini che arriva al 2026, per un valore totale di 360 milioni di euro.

Nautica italiana, i lavoratori sono 28.660

Come dicevamo, la nautica italiana – è il caso di dirlo – naviga in acque senza dubbio tranquille. Ma non è sempre stato così. Nel 2013 il settore era crollato a un fatturato di appena  2,4 miliardi  di euro. Un livello molto basso, arrivato dopo un periodo turbolento iniziato con la  crisi economica  del  2008 , che aveva destato timori anche dal punto di vista occupazionale.

Oggi invece, nonostante le incertezze politiche ed economiche internazionali, il settore è in piena crescita. Gli addetti sono  28.660  (+8,8% in un anno) e il peso del comparto sul Pil italiano è sempre più evidente. Gran merito va all’ export : l’ 88%  della produzione nautica italiana ha come destinazione l’estero. E oltre il  18%  delle esportazioni totali del settore è rappresentato dalle imbarcazioni italiane.

I dati si riferiscono al 2022 Fonte: Confindustria Nautica, bilanci delle aziende citate

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Il sito editoriale di Data Journalism in Italia, fondato da Marco Cobianchi.

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"Il grandissimo lavoro del team Azimut Direct significa per noi tantissimo, come pure essere stati indicati tra le realtà più importanti in Italia per l’innovazione tecnologica e l’esperienza nel campo digitale. Affidabilità, competenza e visione sono i denominatori comuni di questa sinergia che ci rende davvero felici ed orgogliosi, dando ulteriore slancio ai nostri progetti".

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“È la prima volta che lavoriamo con Azimut Direct e devo dire che ci siamo trovati bene e insieme siamo riusciti ad ottenere, in tempi brevi, i finanziamenti necessari a coprire alcune fasi di startup delle nuove commesse acquisite in Nord Europa. In futuro, in considerazione dell’incremento della produzione nei mercati internazionali, riteniamo ci possa essere spazio per altre operazioni con Azimut”. 

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"Riconfermare la collaborazione con un partner come Azimut Direct è per noi motivo di grande orgoglio e dimostra come il nostro percorso di crescita prosegue in modo importante e virtuoso. Il 2023 ci ha visto protagonisti su numerosi fronti, con tante gare vinte che ci permettono di guardare con fiducia alla chiusura dell’anno con due obiettivi: un fatturato consolidato superiore agli 80 milioni di euro e un portafoglio clienti già acquisito superiore ai 100 milioni".

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“La collaborazione con Azimut ci ha consentito di reperire il supporto finanziario necessario a sostenere la fase produttiva 2023 che, rispetto al 2022, prevede un aumento della quantità di materia prima trasformata di circa il 20%. Questo ci consentirà di soddisfare le sempre crescenti richieste dei nostri clienti”.

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Il supporto finanziario trovato da Azimut ci consente di consolidare la nostra presenza in mercati nazionali ed internazionali, su attività e progetti altamente innovativi e strategici nel campo dell’efficientamento energetico; in particolare abbiamo investito nell’acquisizione di know-how nel campo del biometano, idrogeno, e sistemi ibridi di produzione di energia, settori in cui CRS è presente da oltre un ventennio.

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In Azimut Direct abbiamo trovato un ottimo partner, che è stato in breve tempo in grado di entrare nel merito del nostro prodotto, del mercato e del business model. Questo gli ha permesso di capire il contesto in cui opera l’azienda e la sua unicità, ma soprattutto di portare valore aggiunto nella ricerca dei capitali, che in una startup sono pur sempre la linfa vitale alla base di qualsiasi action.

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La collaborazione con una realtà di primo livello come Azimut ci rende naturalmente molto orgogliosi e conferma ulteriormente il nostro percorso di crescita, dopo gli ottimi risultati del 2021, chiuso con un fatturato di oltre 40 milioni di euro e un EBITDA di 4.5 milioni. L’obiettivo per il nuovo anno è un aumento di fatturato di oltre il 50% grazie a importanti asset, come il mercato delle notifiche di multe e atti giudiziari, e nuovi progetti. Per questo motivo riteniamo di straordinaria importanza la partership con Azimut, che ci permette di consolidare ulteriormente il nostro posizionamento e puntare a una crescita ancor più rapida, che possa portare un impatto sociale concreto e positivo.

S.P.

L’investimento effettuato di quasi 40 milioni complessivi in asset industriali negli ultimi 7 anni pone S.P. come uno dei principali player nel settore per capacità produttiva installata ed impianti innovativi. L’avvicendamento nella compagine societaria avvenuta nel dicembre 2020 con l’ingresso di soci industriali e finanziari attraverso un “club deal”, nonché l’avvenuto inserimento di nuove figure manageriali all’interno dell’azienda, ci pongono come una società all’avanguardia nel settore, che guarda il futuro con obiettivi di forte crescita soprattutto sui mercati internazionali. Il riso è il primo cereale al mondo e come tale S.P. ha avviato un piano industriale per passare da un contesto locale ad un contesto internazionale con velocità e con tenacia. Il MiniBond, strumento non comunemente usato nel nostro settore ci pone all’avanguardia anche in ambito finanziario nonché velocizza l’esecuzione del piano strategico dell’azienda.

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Stiamo attraversando oggi una fase sicuramente impegnativa: una sfida ambiziosa ma strutturata e costruita sull’esperienza pluridecennale di un cantiere storico nel settore dei mega-yacht nonché della nuova proprietà e del management. In questa sfida vediamo nel Gruppo Azimut un valido partner per condividere il piano di sviluppo atteso. In linea con la spinta che ci offre la proprietà, rappresentata da Marcello Maggi, che vanta una grande esperienza e notorietà nel settore, stiamo spingendo fortemente sull’innovazione, con particolare focus sulle tecnologie green, e abbiamo in corso di rilascio importanti brevetti in tal senso. Sotto il profilo del prodotto stiamo investendo fortemente nella nicchia dei catamarani con propulsione ibrida, fino a offrire una versione “full plug in” laddove il loro modo d’uso lo permette. 

Franzese

La nostra pluriennale esperienza ci ha insegnato l’importanza di rispondere velocemente ai nuovi gusti e alle nuove esigenze dei consumatori. Grazie ad Azimut Direct oggi abbiamo ottenuto, in tempi molto contenuti, i mezzi per poter investire nella green energy, nell’efficienza dei nostri impianti, nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie di packaging per presentarci al meglio sul mercato.

AZIMUT #1 in economia reale

EUR 90,8Mld di capitali raccolti, di cui EUR 60,6Mld gestiti

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